L’oasi felice UE
Ho terminato di raccogliere queste notizie il giorno 8 febbraio 2021. L’otto febraio del 1963, con un decreto dell’amministrazione Kennedy, inizia l’embargo statutinitense su Cuba con cui vengono vietate le transazioni commerciali e finanziarie.
Che differenza c’è tra governo tecnico e politico? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Vediamo dunque le differenze tra governo tecnico e politico. In soldoni, il primo prevede una composizione dell’esecutivo per cui il presidente del Consiglio e i suoi ministri non vengono individuati tra i partiti rappresentati in Parlamento, ma tra gli esperti nelle materie economiche, sociologiche, ambientali, giudiziarie e tecnico-scientifiche. Sulla carta, il governo tecnico non sta né a destra né a sinistra e chi lo compone non è stato eletto dai cittadini, ma nominato in base alle competenze. Il governo tecnico più noto, negli ultimi anni, dopo la caduta dell’esecutivo Berlusconi, fu quello guidato dall’economista Mario Monti durante la crisi del debito, rimasto in carica quasi un anno e mezzo.
Il governo politico, invece, non è altro che un esecutivo formato da parlamentari, o comunque personalità da loro indicate, di solito appartenenti alle forze espresse dalle urne. È quindi un governo di matrice politica e che sarà guidato dagli obiettivi e dagli indirizzi condivisi nella maggioranza. Nel governo politico non è esclusa la presenza di personalità esterne (per esempio il ministro degli Interni Lamorgese, o lo stesso premier Conte), ma si tratta di eccezioni di minoranza. Omissis. Ma il bivio si delinea sugli indirizzi. Il governo tecnico, di solito e sempre sulla carta, non prevede che i suoi membri si presentino alle prossime elezioni. Quindi può agire con maggior libertà di fronte a scelte impopolari. Nel governo politico invece, appare del tutto evidente il peso di una variabile chiave: la necessità del consenso. Soprattutto nell’imminenza delle urne, infatti, nessun governo politico tenderà mai ad alzare le tasse o ad allungare la strada verso le pensioni, a tagliare i sussidi o a imporre divieti impopolari. La differenza, alla fine, è tutta qui.
( Il Giorno febbraio 2021 di Enrico Fovanna)
L’acqua : L’arma delle Germania per conquistare l’est Europa
Gli occhi tedeschi sulle acque moldave. La Germania ha investito e sta investendo nel settore idrico moldavo più di ogni altra nazione al mondo. L’acqua sembra essere, sia a prima vista che a una lettura più approfondita, l’instrumentum regni scelto da Berlino per ritagliarsi una sfera d’influenza all’interno del piccolo Paese in bilico tra Occidente e mondo russo. Sono i numeri a suggerire, anzi a corroborare, questa interpretazione dei fatti. Le missioni e le attività nel settore idrico moldavo della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) vengono pilotate e pianificate dalla Germania sin dai primi anni 2010; lo stesso accade a livello di Unione europea, la cui agenda idrica per la Moldavia poggia sul supporto della Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW). Nel 2016, il Ministero federale tedesco per la cooperazione economica e lo sviluppo ha finanziato l’inizio dei lavori di ammodernamento e potenziamento del sistema intermunicipale di gestione delle acque del Dnestr e dei suoi tributari che, insieme, rappresentano “la principale fonte di approvvigionamento idrico per l’agricoltura, l’industria e per i due milioni di residenti nella Moldavia orientale, Transnistria inclusa”. Nell’ottobre 2018, l’Agenzia tedesca per la cooperazione internazionale (GIZ) ha siglato dei memoranda d’intesa con quattro villaggi appartenenti al distretto Dubasari e con la città di Criuleni, aventi come oggetto il miglioramento del sistema intermunicipale di gestione delle acque. Fra il 2016 e il 2019, anche grazie al ruolo determinante giocato da Berlino, 240mila persone hanno ottenuto accesso all’acqua potabile. L’acquedotto dei sogni, il Chişinau-Straseni-Călăraşi, una volta completato, permetterà a quasi 200mila persone di avere accesso all’acqua potabile per mezzo dell’unificazione dei punti di trasporto e distribuzione di villaggi e città che si spalmano lungo una rete di 53 chilometri. L’erculeo acquedotto servirà uno scopo fondamentale, garantire sicurezza idrica alla Moldavia, ed è, a tutti gli effetti, la magnus opus della diplomazia dell’acqua della Germania. I lavori dovrebbero terminare nel 2024. Lo scorso 22 gennaio, l’esposizione finanziaria tedesca nel progetto è lievitata notevolmente: la BfW ha siglato due convenzioni con il Ministero delle finanze di Moldavia, una di finanziamento supplementare e una di sovvenzione, aventi come oggetto l’ampliamento del già titanico acquedotto. La BfW, sulla base degli accordi, ha messo a disposizione moldava altri dieci milioni di euro per connettere cinque località alla rete Chişinau-Straseni-Călăraşi. Gli accordi prevedono, inoltre, la fornitura di servizi di consulenza a supporto del personale che sta lavorando all’acquedotto e che si occuperà della sua ulteriore estensione. Non è soltanto in Moldavia che la Germania sta facendo leva sulla diplomazia dell’acqua, anche se, alla luce dei numeri sovraesposti, essa rappresenta sicuramente il caso-studio più significativo. Lo scorso 27 gennaio, ad esempio, Tirana ha ospitato una bilaterale fra l’ambasciatore tedesco in loco, Peter Zingraf, e la ministra dell’energia e delle infrastrutture dell’Albania, Belinda Balluku, durante la quale sono stati firmati tre documenti notabili nei campi dell’energia, degli investimenti e dell’ambiente. Tre accordi, un denominatore comune: l’acqua. Quel giorno, infatti, Berlino ha ottenuto l’appalto per il ripristino della centrale idroelettrica di Fierza, la più grande del Paese, ha accordato l’erogazione di cinquanta milioni di euro per favorire lo sviluppo regionale integrato attraverso il miglioramento della rete infrastrutturale (inclusa quella idrica), e ha promesso supporto specialistico per la protezione di acque e ambiente a mezzo della creazione di un sistema di “gestione sostenibile dei rifiuti”. Moldavia e Albania, in ogni modo, rappresentano soltanto la punta dell’iceberg: la diplomazia idrica di Berlino sta venendo utilizzata in ogni luogo-chiave dello spazio postcomunista di Balcani ed Europa orientale, dalla Bosnia ed Erzegovina alla Macedonia del Nord. Nella sola Serbia, fra il 2000 e il 2017, la Germania ha investito duecentotrenta milioni di euro nel settore idrico. La domanda globale di acqua è destinata a crescere, gradualmente e costantemente, e chiunque sarà in grado di soddisfarla in maniera adeguata, costruendo acquedotti o finanziando l’innovazione nella dissalazione, scoprirà di avere in mano le chiavi del mondo. Tutto sembra indicare che la Germania, acutamente in anticipo sui tempi, abbia trovato il modo di troneggiare tra i ciechi, o meglio tra gli assetati.
(InsideOver di Emanuel Pietroboon Febbario 2021)
Sono state due settimane travagliate per il processo di vaccinazione contro il coronavirus.
Omissis. Negli ultimi giorni sono riemerse tutte le critiche nei suoi confronti (n.d.r.Von der Leyen) che la pandemia aveva messo sotto il tappeto: Politico ha pubblicato un articolo di opinione durissimo che accusa von der Leyen di essersi circondata di yes-men, di non avere l’autorevolezza necessaria per guidare la Commissione a parlare da pari a pari coi capi di governo, e di essere troppo sensibile alle dinamiche interne del dibattito politico tedesco (uno dei paesi che hanno insistito di più per un approccio europeo bellicoso sui vaccini). Von der Leyen ha cercato di difendersi con un giro di interviste ai corrispondenti di tutta Europa – per esempio, un colloquio con la Stampa – ma l’impressione è che almeno per un po’ sarà difficile riguadagnare il credito perduto.
( il Post Konrad Febbraio 2021)
« Per essere accolto e rimanere in Svizzera devi avere le emorroidi Corona è il campo d’allenamento del clima »