L’Oasi felice UE

Gen 22 • L'opinione, Prima Pagina • 319 Views • Commenti disabilitati su L’Oasi felice UE

Dr. Francesco Mendolia

Ho terminato di raccogliere queste notizie il 13 gennaio 2021. IL 13 gennaio 1995, fu sventato un piano di un militante musulmano per assassinare Papa Giovanni Paolo nelle Filippine.

L’Europa spiegata bene (l’attacco al Congresso statunitense)

In Europa non siamo più abituati ad assistere a scene simili all’attacco al Congresso statunitense, compiuto da una folla di sostenitori di Donald Trump, incoraggiati e aizzati da Trump stesso. Non vale nemmeno tirare fuori certe baruffe che si sono viste,

Al parlamento del Kosovo l’opposizione ha tirato fuori dei lacrimogeni. A Belgrado l’assalto al parlamento.

Perché in Europa non è mai successa una cosa simile, in tempi recenti?

La spiegazione più semplice è che nessuno dei paesi dell’Europa occidentale ha eletto un primo ministro o un presidente che proviene dall’estrema destra, mentre i governi autoritari dell’Europa orientale – Ungheria e Polonia su tutte – non hanno ancora subito una batosta elettorale come quella presa da Trump.

Ma concentriamoci sul primo esempio.

Nei paesi più ad ovest nessuno dei partiti di estrema destra dell’ultima ondata, quella che il politologo Cas Mudd definisce la destra radicale populista, ha mai vinto le elezioni, né tantomeno è stato accettato come partner di punta di una coalizione politica.

Al massimo è successo che alcuni di questi partiti siano arrivati al governo con ruoli da comprimari, e con risultati poco degni di nota: in Italia, Austria e Finlandia le loro esperienze sono durate meno di due anni, in cui peraltro sono riuscite soprattutto ad avvelenare ulteriormente il dibattito pubblico. In Estonia sono al governo da circa un anno e mezzo insieme al principale partito liberale del primo ministro Jüri Ratas e hanno già raccolto una discreta quantità di scandali, polemiche e timori per il futuro del paese. È possibile che alcuni di loro riescano a prendere il potere, nei prossimi anni: i politologi guardano soprattutto alla Lega di Matteo Salvini e di nuovo al Rassemblement National di Marine Le Pen. «I Trump si trovano ovunque», come ha fatto notare l’ex presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk. Va capito se al momento della verità si comporteranno come la loro dichiarata fonte di ispirazione. Per il momento hanno tutti preso le distanze da quello che è successo a Washington, e dato la colpa a un pugno di estremisti vestiti in modo bizzarro. «Non avrà alcun impatto sulle nostre politiche e le nostre idee qui in Europa», ha detto per esempio l’europarlamentare del Rassemblement National, Virginie Joron. Secondo altri, invece, qualche conseguenza l’avrà eccome: «quello che è accaduto a Washington», ha spiegato  un diplomatico europeo a Politico, «alimenta la narrazione russa e cinese secondo cui la democrazia è intrinsecamente difettosa e l’Occidente non ha alcun diritto di giudicare o stabilire standard di libertà e apertura». Insomma, Trump ha perso la sua battaglia ma forse – forse – ha paradossalmente ottenuto una vittoria persino più grande.

(Konrad gennaio 2021)

Le Ong del mare allargano la flotta: presto un’imbarcazione da mille posti

Omissis. Si sta armando nei cantieri tedeschi un’altra mega nave delle Ong, la Sea Eye 4 ed esiste un piano avvolto dal mistero per la Mare Jonio 2. Le Ong del mare si stanno preparando in grande stile per tornare al largo della Libia. I primi numeri del Viminale dall’inizio dell’anno mostrano già la tendenza: 340 arrivi in pochi giorni, sei volte tanto rispetto allo stesso periodo del 2019 quando l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva usato il pugno di ferro. Omissis. Presto arriveranno a dare man forte alla flotta dei talebani dell’accoglienza due nuove navi. La Mare Jonio 2, che punta a imbarcare 1000 migranti al colpo, dovrebbe venire acquistata e allestita nel cantiere tedesco di Brema. Più pubblicizzata la Sea Eye 4, che costa oltre 1 milione di euro e punta a salpare in febbraio con l’aiuto di Moas, l’Ong di una vecchia conoscenza, la milionaria italo americana Regina Catrambone. L’operazione è finanziata con oltre 400mila euro dal cartello United4Rescue composto dalle chiese tedesche, da associazioni italiane come le Acli e dall’immancabile città di Palermo grazie al suo primo cittadino, Leoluca Orlando.

(Fausto Biloslavo 12/1 il giornale .it)

L’Europa spiegata bene (Brexit e coronavirus)

Sembrano passati secoli ma nel frattempo si è completata Brexit: il Regno Unito è finalmente uscito dall’Unione Europea. Si è realizzata l’opzione c) fra quelle elencate nella scorsa newsletter: l’accordo è stato approvato in via provvisoria e il Parlamento Europeo lo ratificherà nella prima seduta plenaria utile.

Mentre il vicepresidente della Commissione Europea celebrava l’accordo con una poesia e i negoziatori britannici si rivolgevano al governo spagnolo per sistemare l’ultimissima questione rimasta sul tavolo – la sorte di Gibilterra – qualcuno faceva notare che, nonostante il compromesso, nei prossimi quindici anni il PIL britannico perderà il 5 per cento rispetto alla cifra che avrebbe raggiunto se il Regno Unito fosse rimasto all’interno dell’Unione Europea. Sono stime dello stesso governo britannico. A prescindere dai microscopici accordi sulla pesca dei crostacei nelle acque britanniche, Brexit avrà un effetto negativo sull’economia britannica: «il commercio coi paesi europei diminuirà, o per gli eventuali dazi o per la maggiore burocrazia, e l’immigrazione diminuirà», ha sintetizzato Quartz: «col tempo le due cose creeranno un circolo vizioso: meno commercio e meno immigrazione significa meno innovazione e quindi meno crescita e stipendi più bassi». Aggiungeteci che Brexit catalizzerà le spinte autonomiste in Scozia e Irlanda del Nord, e continuerà a essere il tema politico più grosso delle future campagne elettorali. Vi avevamo avvertiti, un anno e mezzo fa: Brexit non finirà mai.

La Svezia, infine, ha approvato restrizioni più severe per contrastare la pandemia: e nelle ultime settimane si sta anche parlando di entrare o no nella NATO. Sono usciti dei dati che confermano che il primo posto per morti per droga in Europa del 2019 è lo stesso del 2018. In Belgio, invece, il commissario per il coronavirus si è autosospeso dopo un un esaurimento nervoso.

Omissis.

Fra Natale e Capodanno in tutta Europa si è discusso se la Germania avesse davvero contrattato 30 milioni di dosi in più del vaccino Pfizer-BioNTech: alla fine si è scoperto che sì, era tutto vero. Tanto che ieri anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha detto che tutti i paesi europei si erano impegnati a passare tramite la Commissione per la totalità dei loro ordini. È finita che la Germania ha accettato di ricevere i 30 milioni di dosi soltanto dopo che saranno consegnate le dosi prenotate dall’Unione Europea.

(Konrad gennaio 2021)

Nuovo paradigma : come potrebbe cambiare Internet con il Digital Service e Market Act della Commissione UE

Le proposte di legge del Berlaymont dovranno essere ancora negoziate con il Parlamento europeo e il Consiglio UE. Alcuni passaggi saranno limati e altri, forse, inaspriti. Ma alcuni punti cardine rimarranno inalterati: la trasparenza degli algoritmi, la rimozione dei contenuti, il ruolo più incisivo dei moderator. Omissis. Perché Dsa e Dma sono due disegni legislativi ambiziosi che, come il Gdpr, lasceranno un segno. Nascono entrambe dall’esigenza di adeguare i regolamenti europei, sostanzialmente fermi al 2000, alle trasformazioni del web e delle sue piattaforme. Questi due provvedimenti stabiliranno nuove regole per i social network e i siti di e-commerce, imponendo standard più alti di trasparenza e armonizzando il diritto europeo, cioè evitando che ogni Stato si dia norme troppo diverse. Insomma, i due regolamenti non tuteleranno solo i consumatori, ma anche e soprattutto chiariranno la cornice legislativa. Omissis. Il Dsa e il Dma sono dei regolamenti, e non delle direttive: entreranno in vigore appena pubblicati, senza dover richiedere la ratificazione dai parlamenti dei vari paesi.

(12 gennaio 2021, Luca Baggi)

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