L’islamismo è diventato il comunismo del 21° secolo…
Da Boulevard Voltaire del 22 giugno riportiamo un articolo a firma Stephan A. Brunel
L’islamismo è diventato il comunismo del 21° secolo…
10 giugno 2014 : lo Stato islamico in Iraq e Levante s’impadronisce di Mossul, del suo petrolio e del suo oro, con l’obiettivo dichiarato di creare un nuovo califfato fra le rive del Mediterraneo e le frontiere dell’Iran. L’islamismo più radicale è a un passo dal ritagliarsi un impero.
28 giugno 1914 : l’attentato di Sarajevo conduce con la guerra mondiale al crollo dei vecchi imperi centrali, alla creazione dell’URSS sulla base di un’ideologia dalla potenza ancora insospettata: il comunismo.
Nel 1989, quando scoppia l’affare di Creil (divieto del velo islamico nella scuola pubblica, NdT), rivelatore dell’islamizzazione nel nostro paese, la caduta del muro di Berlino segna anche la vittoria delle democrazie liberali sul comunismo, dopo 70 d’esistenza, quasi un passaggio di testimone fra le due ideologie.
La sostituzione di un’ideologia usurata e corrotta, il comunismo, con un’ideologia altrettanto deleteria, l’islamismo, è avvenuta come se un vuoto dovesse essere colmato e se ci volessero un ideale e dei progetti più grandi delle incerte promesse di abbondanza e felicità per tutti proposte dal mercantilismo liberale e dalle plutocrazie occidentali.
Islamismo e comunismo hanno avuto il loro atto fondatore drammatico: la rivoluzione Khomeinista del 1979 e la rivoluzione bolscevica del 1917, e il loro acme spettacolare: l’11 settembre 2001 e la vittoria di Stalingrado nel febbraio del 1943.
La promessa islamica, alla pari del comunismo, è portatrice di un progetto fondato sull’assistenza reciproca e la fraternità, di una morale opposta a un Occi9dente giudicato decadente, materialista e individualista. Non si comprende nulla della legittimità di Hamas, degli Hezbollah o dei salafisti, se si finge d’ignorare questo fatto.
L’islamismo ha anche i suoi convertiti sinceri, i suoi fanatici, i suoi collaboratori nel campo del nemico e i suoi moderati che bisogna eliminare dal proprio campo.
L’islamismo genera la paranoia, un controllo poliziesco generalizzato e lo stesso regime del sospetto.
Le due minacce sono state ugualmente sottovalutate dai pacifisti idealisti di un tempo e dai buonisti di oggi.
I dotti s’interrogano in oziose discussioni sui fondamenti di tanta violenza: era insita in Marx, Engels o Lenin, o lo è nel Corano?
L’islamismo prospera nel terreno di una grande crisi dell’Occidente, sullo sfondo della globalizzazione sfrenata e dello sfruttamento generalizzato (1980-2014), esattamente come il comunismo si sviluppò dai disordini creati dalla prima mondializzazione liberale (1885-1914).
Non avendo distrutto l’islamismo sul nascere, bisogna aspettarne degli sviluppi imprevedibili. Il nazismo non sarebbe esistito senza la minaccia comunista e l’iniquità fatta alla Germania umiliata. Altrettanto, il crollo dell’Iraq o della Libia dovuto alla politica imbecille degli Stati uniti e dei loro alleati, di cui approfittano l’AQMI (Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento, NdT) o l’EIIL (Stato islamico in Iraq e Levante, NdT), apre delle prospettive terribili. Senza contare gli attentati da parte di Jihadisti illuminati degni della setta degli assassini, che si stanno preparando anche da noi.
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