L’iniziativa UDC “contro l’immigrazione di massa”
Da Palazzo federale
Intervento del nostro consigliere nazionale Pierre Rusconi
Non c’è un’unica ragione per votare quest’iniziativa, non ce ne sono 10, 100 o 1000: ce ne sono ben 56’000. 56’000 come il numero di frontalieri che ogni giorno varcano la frontiera dall’Italia per recarsi in Ticino a lavorare, non accontentandosi più di attività nel campo industriale o edilizio, come prima della libera circolazione, ma sostituendosi sempre più al personale indigeno. Come può quest’iniziativa contribuire a frenare questo fenomeno preoccupante? Facile: il terzo paragrafo, fortemente voluto dall’UDC ticinese, chiede esplicitamente che il nostro paese ritorni ad un sistema di tetti massimi e di contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un’attività lucrativa in Svizzera. Questi contingenti e tetti massimi devono essere fissati in base agli interessi dell’economia elvetica, fermo restando il principio della preferenza in favore degli indigeni. Sono quindi assolutamente privi di senso i timori di chi paventa carenze di manodopera nel caso in cui la popolazione accettasse l’iniziativa!
È piuttosto vero il contrario. Come chiaramente indicato nell’argomentario dell’iniziativa, che i contrari non avranno nemmeno letto, nel caso fosse impossibile trovare personale sul mercato svizzero, le aziende potrebbero comunque cercarlo all’estero, come avveniva fino a una decina d’anni fa. E non mi sembra che all’epoca la Svizzera stesse male e che l’economia andasse a rotoli!
Le zone di confine (quali il Ticino) non sono più in grado di reggere questa invasione giornaliera che provoca ingorghi di traffico, dumping salariale e disoccupazione indigena. Questa iniziativa è un correttivo necessario per ridisegnare il mondo del lavoro ticinese.
Approvandola, il nostro paese ritornerebbe a controllare l’immigrazione e il frontalierato come faceva in passato, in base alle proprie esigenze e disponibilità, e non in base ad accordi internazionali che fanno solo ed esclusivamente gli interessi dei paesi dell’Unione europea, libera circolazione su tutti! Ben venga dunque l’iniziativa e ben venga in caso di accettazione la rinegoziazione degli accordi internazionali con cui essa entra in collisione.
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