Libero di decidere
Perché il cittadino Svizzero, libero di decidere il proprio destino grazie alla democrazia diretta, deve essere tacciato dai supponenti di Bruxelles di populismo, razzismo e xenofobia? Per questi poteri forti deve essere stato un indigesto ceffone il risultato del 9 febbraio. È stata la logica opposizione alle sempre più calde simpatie europeiste di una parte del nostro Parlamento e Consiglio Federale. In troppi paesi dell’UE comanda il “palazzo” con tutte le porcherie che ne derivano. E quando non ce la fanno più arriva in soccorso la Troika, ossia il Fondo monetario internazionale, la Commissione Europea e la Banca centrale Europea che, infischiandosi della sovranità dei popoli, con il suo potere dominante, impone il proprio volere, annientando ogni azione di libertà popolare. I vari Barroso, Draghi e compagni di merenda vogliono, attraverso pressioni e minacce per nulla velate, imporre alla piccola ma tenace Svizzera le loro utopiche politiche che hanno portato i loro paesi di provenienza (Spagna e Italia) al top della classifica della disoccupazione giovanile, della corruzione, dell’evasione fiscale, del collasso economico e quant’altro, con tutti i problemi ad essi connessi. Si sentono intoccabili e pontificano dai vertici di quel establishment europeista e transnazionale. Per favore, un po’ più di rispetto e dignità non guasterebbe. Purtroppo pure i nostri non sono esenti da colpe giacché si sono presi gioco in più occasioni della volontà popolare, calpestandone a ripetizione la sovranità. Con astuzia e accortezza, per non dire inganno, hanno eluso l’attuazione della volontà popolare giustificandosi con l’impossibilità della messa in atto perché in contrasto con le normative UE! Non abbiamo nessun bisogno di imposizioni da parte di poteri sovranazionali sempre più messi in discussione pure nei paesi interessati che li accusano di una catastrofe sociale e politica senza precedenti in Europa. Regole assurde per situazioni sempre più incredibili. Giustificare la nostra posizione non è difficile. Lo ha ribadito pure Burkhalter: “Siamo forti e lo dimostreremo”. Piuttosto è l’Europa che deve avere il coraggio di aprire una riflessione sul tema della democrazia diretta. La sfacciataggine di questa Troika, di questo governo assoluto, di questo dominio incontrastato sempre più invasivo porterà, prima o poi, a violenti atti di indignazione, sdegno che sfoceranno in proteste e rivolte.
Raoul Bettosini, Lugano
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