L’eccesso nuoce alla Svizzera – e anche alla sua economia: basta immigrazione di massa
Argomentario: “Iniziativa contro l’immigrazione di massa”
La verità lapalissiana secondo cui l’eccesso è nocivo si applica anche all’immigrazione esagerata che la Svizzera sta subendo. Cinque imprenditori del comitato interpartitico contro l’immigrazione di massa hanno tenuto una conferenza stampa il 19 dicembre 2014, per esporre i loro argomenti a favore di un SÌ all’iniziativa popolare portante lo stesso titolo. La Svizzera è strangolata dall’immigrazione incontrollata provocata dalla libera circolazione delle persone nella sua forma attuale. Un numero eccessivo di stranieri è arrivato in questi ultimi anni senza che ci si preoccupasse degli effetti nocivi di questa immigrazione esagerata sulle nostre istituzioni sociali, le nostre infrastrutture, le superfici coltivabili e sui salari dei collaboratori locali. Anche la perdita d’identità del nostro paese si spiega con i grandi cambiamenti culturali in parecchie direzioni d’impresa.
Economiesuisse e le associazioni ad essa vicine, alleate ai membri d’esecutivi e a numerosi deputati politici di questo paese, sono accecate dalla loro ideologia di un’immigrazione illimitata. L’elogio dell’immigrazione e della libera circolazione delle persone è diventato un obiettivo di per sé stesso, totalmente avulso dalla realtà. La conseguenza di questo atteggiamento è un pericoloso rifiuto di discutere sugli effetti negativi di un’immigrazione divenuta incontrollabile. Invece di discutere, questi ambienti lanciano delle campagne propagandistiche diffamatorie contro l’UDC e contro qualsiasi personalità che osi violare il tabù di un’immigrazione eccessiva e delle sue funeste conseguenze. Queste tattiche sono veramente disdicevoli e nuocciono agli interessi del paese. Si cerca invano presso queste autorità e associazioni economiche il minimo senso di responsabilità di fronte a un problema che la popolazione considera come il più bruciante di tutti.
Il comitato interpartitico contro l’immigrazione di massa attende da questi ambienti delle risposte a diverse domande e problemi:
- dall’introduzione della libera circolazione delle persone, la disoccupazione non è mai ricaduta al suo livello del 2001. Presso i Portoghesi, il tasso di disoccupazione a fine novembre 2013 era dell’8,2% (7,3 un anno fa), mentre che oggi raggiunge ormai il 12,5% fra Rumeni e Bulgari (6,1% due anni fa). Un giovane su dieci è disoccupato. Cosa ne dicono i rappresentanti delle associazioni che difendono questa immigrazione smisurata?
- uno studio dell’istituto di ricerche congiunturali della SPF è arrivata l’anno scorso alla conclusione che i tassi di crescita del PIL per abitante prima e dopo l’introduzione della libera circolazione delle persone non si distinguono strutturalmente. Perché dei funzionari di associazioni e delle agenzie di propaganda tentano di far credere alla popolazione, mediante una costosa campagna pubblicitaria, che la prosperità è una conseguenza della libera circolazione delle persone? Dall’entrata in vigore della piena libera circolazione delle persone con i vecchi Stati membri dell’UE nel 2007, la crescita del PIL per abitante è stata quasi uguale a zero.
- la statistica dell’Ufficio federale della migrazione per il 2012 indica che solo 42 ingegneri meccanici e ingegneri in procedure, come pure 182 ingegneri informatici sono venuti dall’UE in Svizzera, mentre che le associazioni economiche si lamentano della mancanza di 16’000 ingegneri. Il 44% degli oltre 100’000 immigranti UE beneficia del ricongiungimento familiare, segue una formazione o un perfezionamento in Svizzera, viene in Svizzera senza un’attività professionale o per esercitarvi delle “professioni non definibili”. Perché il Consiglio federale e i funzionari delle associazioni mentono spudoratamente affermando che solo delle persone altamente qualificate vengono in Svizzera? Quale plusvalore ci porta un immigrante con diploma universitario che lavora quale cameriere in un ristorante dal quale ha estromesso un altro lavoratore che ora si trova in disoccupazione?
- il Consiglio federale tenta di minimizzare la perdita di terreni coltivabili e il boom edilizio provocato dall’immigrazione. Peraltro è semplice calcolare che 80’000 immigranti supplementari in cifra netta hanno bisogno di 35’000 alloggi. Ma il governo elude accuratamente questo problema e si perde in affermazioni infondate sul bisogno di superficie abitabile per persona.
- questi stessi ambienti minimizzano pure la guerra d’estromissione sul mercato del lavoro e la pressione sui salari, due conseguenze perfettamente logiche dal punto di vista economico della situazione attuale. Gli stranieri rappresentano quasi un quarto (23,3%) della popolazione residente. Per contro, quasi una persona su due a carico dell’assicurazione-disoccupazione (47%) , dell’assistenza sociale (46,1%) o dell’assicurazione-invalidità (46,2%) è straniera. Anche su questo punto i funzionari e i deputati politici ci devono spiegare come intendono risolvere questo problema.
- infine, vantare l’immigrazione come una soluzione a lungo termine per il finanziamento della previdenza-vecchiaia, significa ammettere un pericoloso effetto a “palla di neve”. Nell’economia privata, modelli commerciali di questo genere comportano un procedimento penale.
La dismisura dell’attuale immigrazione minaccia la nostra libertà e la nostra sicurezza, il pieno impiego, il nostro paesaggio e, finalmente, la prosperità della Svizzera. L’iniziativa contro l’immigrazione di massa non esige né il congelamento dell’immigrazione, né la rescissione degli accordi bilaterali con l’Unione europea. In compenso, incarica il Consiglio federale di riaprire dei negoziati con l’UE sulla libera circolazione delle persone, quindi sulla possibilità data alla Svizzera di controllare e gestire autonomamente l’immigrazione. La Svizzera deve di nuovo poter decidere lei stessa chi può venire nel nostro paese e quando gli immigranti devono lasciarlo. Ecco il solo modo per ritrovare un margine di manovra sufficiente per garantire il controllo dell’immigrazione.
Come nel 1992 quando si trattava dell’adesione allo Spazio economico europeo (SEE), i funzionari delle associazioni economiche e la classe politica tentano di far paura alle Svizzere e agli Svizzeri, affermando che non esiste altra soluzione. Le cittadine e i cittadini non devono lasciarsi intimidire neppure oggi. Un SÌ il 9 febbraio 2014 aprirà la via a delle soluzioni migliori e permetterà di riportare l’immigrazione a un livello ragionevole – nell’interesse di tutta la Svizzera.
Gli esposti (in francese):
Le bien de tous et la cupidité de certains
Adrian Amstutz, consigliere nazionale, imprenditore nel settore edile, Sigriswil (BE)
Il est grand temps que la Suisse gère à nouveau elle-même l’immigration sur son territoire
Thomas Minder, consigliere agli Stati, indipendente, imprenditore, Neuhausen (SH)
La libre circulation des personnes appauvrit la Suisse – prise de position d’un chef d’entreprise
Christoph Blocher, consigliere nazionale, industriale, Herrliberg (ZH)
Reprendre le contrôle de l’immigration
This Jenny, consigliere agli Stati, imprenditore edile, Bilten (GL)
Stopper la perte des terres cultivables
Guy Parmelin, consigliere nazionale, vignaiolo e maestro-agricoltore, Bursins (VD)
Berna, 19 dicembre 2014
UDC Svizzera
« SVP lehnt gefährliche politische Anbindung an die EU ab La prima mezza legislatura segnata dalla migrazione – nuova “Edizione straordinaria” UDC per informare sull’iniziativa contro l’immigrazione di massa »