Le sfide che ci aspettano ora

Mar 9 • Dal Cantone, Dall'UDC, L'opinione, Prima Pagina • 1161 Views • Commenti disabilitati su Le sfide che ci aspettano ora

Nell’edizione del 22 febbraio 2019 scrivevo su Il Paese delle sfide che ci aspettano dopo il 9 febbraio 2019, in particolare descrivevo gli effetti nefasti che avrebbe per il nostro Paese, un’eventuale approvazione dello scellerato accordo-quadro, che mira, da una parte, a blindare il principio della libera circolazione delle persone e, dall’altra, ad annientare la democrazia diretta svizzera. Che questo accordo sia da respingere, penso sia chiaro a tutti, tuttavia, nell’attesa che il popolo svizzero si ribelli ai dettami dell’UE votando un deciso SÌ per abolire la libera circolazione (iniziativa UDC e ASNI depositata il 31.8.2018, firmata da oltre 119’000 persone), dobbiamo fare i conti con la realtà in cui ci troviamo di fatto e tentare di arginare gli effetti nefasti di questo accordo.

Penso in particolare alle persone di 50/55 anni che vengono licenziate dopo anni di dedito servizio, con la scusa di un ridimensionamento dell’organigramma aziendale, per poi scoprire, poco dopo, di essere state sostituite da frontalieri, solo perché costano meno.

Ai giovani non è che vada meglio, poiché tanti, mediante la stipula di un primo contratto definito di “stage” con una paga minima, vengono illusi che verranno successivamente assunti in azienda. Con grande speranza ed entusiasmo questi giovani si impegnano nel lavoro, per poi sentirsi comunicare, che l’assunzione definitiva non avverrà. Anche in questo caso con le scuse più disparate, per poi apprendere di essere stati sostituiti da altri giovani speranzosi, anch’essi legati da un contratto di “stage”.

Come detto, in attesa che il problema venga risolto alla radice, dobbiamo fare i conti con la realtà e agire con i mezzi che abbiamo a disposizione.

Innanzitutto, dobbiamo vigilare che, per lo meno nel settore pubblico e para-pubblico per i quali nessuno ha posto obiezioni giuridiche, il principio di “Prima i nostri” venga applicato con rigore. Dobbiamo prevedere un sistema di controllo e delle precise sanzioni contro chi viola questo principio.

Dobbiamo inoltre prevedere degli incentivi alle aziende sul territorio che assumono lavoratori residenti.

Per quelle nuove che intendono insediarsi in Ticino e start-up, che ricevono dal Cantone tutta una serie di agevolazioni fiscali, dobbiamo chiedere loro che assumano stabilmente lavoratori indigeni.

In fondo, qualcosa in cambio possiamo pure pretendere per i nostri giovani e per chi ha perso il lavoro!

La vostra fiducia mi permetterà di impegnarmi in modo attivo in questo senso.

 

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