La proposta dell’Unione svizzera degli imprenditori è incostituzionale
La proposta pubblicata dall’Unione svizzera degli imprenditori concernente l’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa è incompatibile su diversi punti con il testo adottato da popolo e cantoni. L’UDC esige che il nuovo articolo costituzionale sia fedelmente applicato.
L’Unione svizzera degli imprenditori chiede che i permessi di soggiorno di breve durata (gli attuali permessi L) siano esclusi dal contingentamento. Ciò è impossibile ai termini della Costituzione, come sarebbe inammissibile non tenere conto dei frontalieri che sono esplicitamente menzionati dal testo dell’iniziativa. Inoltre, la creazione di una nuova categoria di permessi (“permessi eccezionali”), altrettanto esclusa dai tetti massimi, impedirebbe un controllo efficace dell’immigrazione e violerebbe quindi anch’essa la nuova norma costituzionale.
L’UDC sottolinea ancora una volta che l’applicazione di questo articolo costituzionale dovrebbe basarsi sulla regolamentazione d’ammissione dei lavoratori esteri in vigore fra il 1970 e il 2002. Essa non si opporrà a un’ottimizzazione di questo sistema che ha dato buona prova di sé, ma unicamente se l’immigrazione sarà effettivamente limitata conformemente alle esigenze della Costituzione.
Il rapporto pubblicato la settimana scorsa dalla Commissione della gestione del Consiglio nazionale conferma d’altronde che è urgente intervenire a livello d’esecuzione delle disposizioni legali per limitare finalmente i diritti degli immigrati alle prestazioni sociali. È in particolare inammissibile che il 20% delle persone che entrano in Svizzera grazie all’accordo di libera circolazione per esercitare un’attività professionale, in realtà non lavori e viva in parte a spese dello Stato sociale svizzero.
UDC Svizzera
« Una votazione pericolosa perché subdola Vorschlag des Arbeitgeberverbandes ist mit der Bundesverfassung nicht vereinbar »