La nuova ordinanza Dublino impedisce un’efficace applicazione della legge sull’asilo
La messa in atto autonoma dell’ultima normativa Dublino, che il Consiglio federale ha recentemente presentato, invalida diversi inasprimenti apportati negli ultimi anni alla legislazione svizzera sull’asilo e impedisce un’applicazione efficace della stessa. La durata massima della detenzione amministrativa come misura coercitiva nel diritto degli stranieri è massicciamente ridotta: dagli attuali 18 mesi passa a un massimo di sette mesi e mezzo.
Il numero dei casi Dublino che è possibile trasferire diminuirà senza dubbio massicciamente a seguito del grave peggioramento della situazione giuridica attuale, della soppressione della detenzione speciale a fini d’espulsione, misura essenziale per l’applicazione della legge, e alla riduzione generale delle durate di detenzione. L’accordo Schengen/Dublino è in realtà ormai solo una farsa e le promesse fatte al popolo prima della votazione saranno ancor meno mantenute in futuro di quanto non lo fossero finora. Riprendendo le disposizioni originali di Dublino, la Svizzera aveva già dovuto ridurre la durata massima della detenzione amministrativa nel diritto degli stranieri da 24 a 18 mesi quando questo accordo fu approvato dal popolo. Oggi, l’accordo di Dublino III costringe la Svizzera a rinunciare ancora una volta a delle misure coercitive utili nel diritto degli stranieri o a complicarle a un punto tale da renderle inutilizzabili. La garanzia del ritorno e la limitazione della durata massima di detenzione ai fini dell’espulsione servono innanzitutto ai richiedenti l’asilo la cui domanda è abusiva e, più in particolare, agli individui recalcitranti. L’esecuzione della legge ne è considerevolmente complicata. Una durata di detenzione di sole sei settimane per dei richiedenti l’asilo che non vogliono cooperare è totalmente insufficiente e non impedirà certamente a nessuno di tentare d’evitare l’esecuzione delle disposizioni legali con un comportamento ostruzionistico.
La ripresa delle nuove disposizioni Dublino illustra l’enorme problema che pone un sistema di ripresa dinamica del diritto straniero. La Svizzera si lega in questo modo mani e piedi alla legislazione UE e non può prendere delle misure adatte alla sua particolare situazione. L’UDC continuerà a battersi contro questo tipo di applicazione del diritto straniero in Svizzera. Le conseguenze degli ultimi adeguamenti di Dublino riveleranno ben presto se abbia ancora un senso mantenere quest’accordo.
UDC Svizzera
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