Il momento è scelto male
Agli occhi dell’UDC è incomprensibile che il Consiglio federale avvii proprio oggi una procedura di consultazione sulla terza riforma dell’imposizione delle imprese e cerchi di concludere il più rapidamente possibile un accordo con l’UE in questo settore. Da una parte, le condizioni internazionali non sono ancora chiaramente stabilite, perché l’OCSE non ha finora definito abbastanza precisamente le sue intenzioni nel settore fiscale (progetto BEPS); dall’altra, è indispensabile , secondo l’UDC, legare la terza riforma dell’imposizione delle imprese ad altri dossier in discussione con l’UE. A livello pratico, l’UDC chiederà diverse modifiche che migliorino la competitività fiscale. Per lei, un’imposta sugli utili da capitale, progetto economicamente nocivo, o un’imposta sui trasferimenti all’estero sono assolutamente fuori questione.
Secondo l’UDC, è essenziale per l’economia svizzera che gli adeguamenti apportati al sistema d’imposizione – nella misura in cui siano realmente necessari – abbiano quale effetto quello di migliorare le condizioni-quadro fiscali. Il margine di manovra disponibile a livello internazionale deve essere sistematicamente sfruttato. Ma lo stato di avanzamento del progetto BEPS (Base Erosion and Profit Shifting) dell’OCSE non è sufficientemente chiaro perché si possa prevedere il futuro quadro fiscale internazionale.
Una garanzia per i negoziati con l’UE
L’UDC ritiene inoltre che la terza riforma dell’imposizione delle imprese debba essere assolutamente legata ad altri dossier importanti in discussione con l’UE. Mentre che la Svizzera sembra essere disposta, con questa riforma dell’imposizione delle imprese, a fare grandi concessioni al di fuori degli accordi bilaterali in vigore, essa chiede a Bruxelles di avviare nuovi negoziati sulla libera circolazione delle persone. Per questa ragione, l’UDC chiede che questa riforma fiscale sia sospesa e che il Consiglio federale manifesti finalmente la sua chiara intenzione di negoziare seriamente con l’UE allo scopo di ottenere un equilibrio stabile degli interessi in gioco per ambedue le parti.
Migliorare la competitività fiscale
Per l’UDC i tre punti seguenti della terza riforma dell’imposizione delle imprese sono prioritari:
- l’UDC esige che la combinazione di misure proposte dal Consiglio federale sia rivista da cima a fondo: “licence box” (imposizione preferenziale dei prodotti in licenza) più ampia, estensione dell’imposta sugli utili corretta degli interessi, soppressione dell’imposta sul capitale e abbandono di un’imposta del 20% sull’utile annuale netto. Un allentamento del principio di determinazione è attualmente menzionato solo in rapporto agli step-ups. Queste proposte non sono abbastanza globali e non permettono di reagire in maniera adeguata alla concorrenza che le economie nazionali possono attuare in futuro per attirare le imprese. Le molte società commerciali non dispongono così di soluzioni a medio termine e rischiano quindi di delocalizzare in paesi fiscalmente più interessanti.
- L’UDC respinge l’introduzione di un’imposta sull’utile da capitale, di un’imposta che colpisce i trasferimenti all’estero, come pure l’assunzione di ispettori fiscali supplementari.
- L’UDC esige un adeguamento equo della compensazione delle risorse che tenga conto delle differenze economiche fra i cantoni, come pure una riduzione dell’imposta federale sugli utili al 7,5% a titolo di misura di compensazione verticale.
Berna, 22 settembre 2014
UDC Svizzera
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