Il „Mister Unione europea“ Juncker ha ragione

Nov 30 • Dalla Svizzera, L'opinione • 2395 Views • Commenti disabilitati su Il „Mister Unione europea“ Juncker ha ragione

Black Rot

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Jean-Claude Juncker è un saggio. Il capo del governo lussemburghese tuttora in carica è considerato il “Mister Unione europea” per antonomasia. In un’intervista pubblicata recentemente dalla NZZ ha raccomandato alla Svizzera “più menefreghismo nei rapporti con l’UE”. L’irrita enormemente come la Confederazione reagisce “eccessivamente impressionata” alle dichiarazioni di Bruxelles. E ha ragione.   

 

Raramente le parole di un convinto europeista sono state così veritiere e giuste circa gli attuali rapporti fra la Svizzera e l’UE. Perché, praticamente, basta un una minima critica da parte di un funzionario subalterno di Bruxelles, perché l’intero panorama eurofilo (o meglio, euroforico) della politica e dei massmedia svizzeri si sottometta pronosticando scenari apocalittici. Ossia: se non facciamo esattamente quanto, nel suo interesse, Bruxelles vuole ottenere da noi, ci aspetta apparentemente la rovina. Si tratta peraltro di dichiarazioni nostre, del tutto gratuite, perché l’UE non si è mai espressa in tal senso.      

 

Ciò sta avvenendo, per esempio, nel caso che il popolo svizzero accettasse l’iniziativa dell’UDC contro l’immigrazione di massa. Perché si paventa che si rimetterebbe in questione l’accordo di libera circolazione delle persone con l’UE –  un accordo che comunque, nella sua forma attuale, è per noi estremamente negativo. “E allora?” ci si dovrebbe chiedere e, già che ci siamo, rimettere in gioco anche l’accordo di Schengen/Dublino che, dal punto di vista dell’immigrazione, ci causa altrettanti svantaggi.

 

Siamo realisti: dall’accordo di libera circolazione delle persone è soprattutto l’UE a trarre grandi vantaggi, trasferendo annualmente in Svizzera (rispettivamente nel nostro sistema sociale) un crescente numero di disoccupati. E Schengen/Dublino è clinicamente morto, tanto che, de facto, l’accordo non è assolutamente più applicato nella stessa UE nella forma sottoscritta a suo tempo dalla Svizzera (il rinvio dei richiedenti l’asilo illegali nel paese nel quale è stata depositata la prima domanda è ormai una pura finzione). 

 

Chi, in questa situazione, continua ancora ingenuamente a credere al programma di partito del PS, rispettivamente alla propaganda nostrana a favore dell’UE, lasciandosi convincere che l’UE utilizzerebbe la “clausola ghigliottina” in caso di accettazione dell’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa, disdicendo immediatamente tutti gli accordi bilaterali con la Svizzera, si sbaglia di grosso. Perché i soli interessi economici (ma anche politici) dell’UE con la Svizzera sono troppo grandi perché intraprenda tale passo. Perciò rimane decisamente ancora molto spazio di manovra per rinegoziare degli accordi che oggi sono orientati unicamente sugli interessi dell’UE. A questi appartiene anche l’accordo di libera circolazione delle persone (Schengen/Dublino potrebbero comunque essere rescissi in ogni momento, se lo volessimo – e dovremmo farlo al più presto).     

 

Jean-Claude Juncker ha ragione sotto ogni aspetto quando raccomanda alla Svizzera “più menefreghismo” nei suoi rapporti con l’UE, e lo sa benissimo. Lo stesso menefreghismo (ossia ignorare le opinioni internazionali) sarebbe da raccomandare in generale per quanto riguarda tutte le relazioni che la Svizzera ha con i gremi internazionali, che tentano di volta in volta – manifestamente per i propri interessi – di trascinare il nostro paese nel fango.

 

Purtroppo di esempi ce ne sono parecchi. Permettetemi di citarne uno solo, molto attuale: proprio oggi si è appreso che il gremio del Consiglio d’Europa “Greco” condanna a livello internazionale il finanziamento dei partiti in vigore in Svizzera – perché, a sua detta, non trasparente. “E allora?” anche qui ci si dovrebbe domandare. Perché, a prescindere dal fatto che non ha la minima idea del sistema di democrazia diretta vigente in Svizzera, questo gremio di Strasburgo s’immischia in modo inappropriato negli affari interni della Svizzera.  La lotta alla corruzione perseguita dal Consiglio d’Europa sarebbe decisamente più indicata altrove.

 

Fra l’altro, il “biasimo” da Strasburgo non ha alcuna conseguenza per la Svizzera. Tuttavia, ci sono da noi ancora dei politici che fanno l’uccello del malaugurio, perché il nostro paese è menzionato in modo negativo in qualche rapporto internazionale. E allora?

 

La Svizzera dovrebbe – come fanno del resto tutti gli altri Stati – tenere nella sua politica molto più conto dei suoi interessi, e molto meno di quanto altri Stati e altre comunità internazionali ne pensano e ne dicono, peraltro per motivi puramente egoistici. Appunto qui Jean-Claude Juncker ha ragione: da parte svizzera occorrerebbe più menefreghismo!

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