Il disprezzo del lavoro familiare
L’attuale dibattito pubblico sull’iniziativa a favore delle famiglie è l’occasione per i tecnocrati, i giornalisti di parte e altri invidiosi politici di mettersi in evidenza. Le loro acrobazie aritmetiche, riflessi anti-UDC e princìpi fiscali magniloquenti fanno dimenticare il vero obiettivo di questa iniziativa: il riconoscimento del valore del lavoro familiare, qualunque sia l’organizzazione familiare scelta, la soppressione della discriminazione di certi modelli familiari e la riduzione degli oneri fiscali gravanti sulle famiglie con figli.
È nelle rubriche dei lettori dei giornali e nei forum elettronici che si assiste ancora alle discussioni più oneste. Vi si leggono gli argomenti più diversi dei sostenitori e degli avversari dell’iniziativa a favore delle famiglie che sarà sottoposta al sovrano il prossimo 24 novembre. Nelle pagine redazionali, per contro, non c’è più un equilibrio degli argomenti. Dalla pubblicazione dei risultati del primo sondaggio SSR, che attribuiva all’iniziativa una buona partenza nella campagna, un buon numero di redazioni si è fatto apertamente portavoce degli avversari dell’iniziativa (Blick, NZZ am Sonntag, Radio Suisse Romande, ecc.). “Bisogna assolutamente che l’UDC non abbia successo con la sua iniziativa”, ecco il motto che sembra motivare la maggior parte della stampa. E tutti i mezzi sono buoni per raggiungere questo obiettivo, perfino i tentativi di censurare le comunicazioni dei sostenitori dell’iniziativa.
Propaganda disonesta delle autorità
Altrettanto unilaterale il punto di vista di diversi rappresentanti del governo, che non pensano ad altro che a conservare i loro redditi fiscali. Mentre fanno dei conti da farmacista per denunciare le presunte perdite fiscali dovute all’iniziativa a favore delle famiglie, non proferiscono verbo sul mancato gettito conseguente alle deduzioni concesse alla cura extra-familiare dei bambini. Questa posizione suscita un’argomentazione esattamente inversa: le famiglie che si prendono carico loro stesse della cura dei propri figli hanno allora pagato troppe imposte in questi ultimi anni. In fin dei conti, i cantoni sono liberi nell’applicazione dell’iniziativa a favore delle famiglie. La sola esigenza è che le deduzioni siano le stesse per la cura familiare ed extra-familiare dei bambini.
Gli autori di queste acrobazie aritmetiche ignorano scientemente che gli istituti d’accoglienza pubblici di bambini costano centinaia di milioni di franchi ai contribuenti, più di 160 milioni per la sola città di Zurigo. Ciò significa che la quasi totalità delle famiglie che fanno uso di questa offerta è sovvenzionata dallo Stato. Ancora peggiore è l’argomento ingannevole secondo il quale solo i ricchi beneficerebbero della deduzione per l’accudimento familiare. Gli ambienti che argomentano così ritengono senza dubbio che bisogna respingere l’iniziativa perché l’imposta federale diretta e le deduzioni che questa permette hanno effetto soltanto a partire da un certo reddito. Ma secondo la loro logica, bisognerebbe sopprimere immediatamente le deduzioni per la cura extra-familiare, delle quali beneficiano dei redditi sensibilmente più elevati, perché le economie domestiche a doppio reddito hanno delle possibilità supplementari di deduzione.
I gelosi e gli invidiosi
Rimangono i gelosi e gli invidiosi, purtroppo molti in politica. Per questi ambienti, l’unica ragione per combattere questa iniziativa è la sua origine. Qualche anno fa, degli esponenti dei partiti PBD, PPD e PLR si erano impegnati a favore di deduzioni fiscali tanto per la cura familiare che per quella extra-familiare dei bambini (per es. mozione Haller: deduzione per la custodia dei figli interna e complementare alla famiglia nell’ambito dell’imposta federale diretta; mozione depositata nel 2008 con la firma di deputati di diversi partiti). Oggi, sono in buona parte le stesse persone che, per ragioni di mera politica partitica, voltano marsina e combattono in prima linea l’iniziativa UDC. Un bell’esempio d’opportunismo politico, ma che i media preferiscono ignorare.
Un segno di riconoscimento
In una situazione normale, questi esempi costituirebbero tutt’al più un’illustrazione marginale di una campagna di voto fortunatamente molto animata, mentre che inizialmente non ci si sarebbe immaginato che l’iniziativa favore delle famiglie potesse avere un ruolo così importante di fronte all’iniziativa 1:12 e al rincaro della vignetta autostradale. Il problema è che questi resoconti unilaterali fanno dimenticare il vero obiettivo dell’iniziativa: evitare di escludere da un beneficio fiscale le famiglie che si prendono cura loro stesse dei propri figli o che si organizzano sotto la propria responsabilità ricorrendo a parenti o amici, quindi riconoscere almeno fiscalmente l’importanza del lavoro familiare. Questa iniziativa chiede, né più né meno, che tutte le famiglie siano trattate su una base d’uguaglianza.
Accettarla significa mettere un paletto alla discriminazione, voluta da Parlamento e Consiglio federale, dell’accudimento familiare dei figli.
Le cittadine e i cittadini che vogliono sostenere tutte le famiglie con figli voteranno quindi un SÌ convinto il 24 novembre.
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