Frontalieri, moltiplicatore dal 78% al 100%

Ott 4 • Dal Cantone, Dall'UDC • 2160 Views • Commenti disabilitati su Frontalieri, moltiplicatore dal 78% al 100%

Marco Chiesa Deputato UDC in Gran Consiglio

Marco Chiesa
Deputato UDC in Gran Consiglio

Ma la RSI non se ne accorge!

Vero. Chi si loda, s’imbroda. Però, credo ci possano essere delle eccezioni. Una di questa è la mozione che ho avuto l’onere e l’onore di presentare a nome dell’UDC Ticino, tesa ad aumentare il moltiplicatore comunale delle imposte alla fonte per i frontalieri, dall’attuale 78% ad uno del 100%.

Come ci hanno raccontato (quasi tutti) i mass media, in seguito all’approvazione da parte del Gran Consiglio, lo scorso marzo, pochi giorni fa è stato il Consiglio di Stato a dare luce verde a un altro tassello per la tutela della popolazione indigena. Dopo l’approvazione della precedenza ai residenti nell’attribuzione dei posti di lavoro nel settore pubblico e para pubblico, avvenuta sempre su iniziativa dell’UDC Ticino, l’aumento del moltiplicatore per i frontalieri potrà dunque garantire una maggiore equità fiscale nei confronti dei residenti, sempre più angosciati dalla situazione del mercato del lavoro. Visto dai soliti noti come un provvedimento esclusivamente “anti-frontalieri”, quello deciso anche dal Governo è, in realtà, un esercizio pratico di giustizia sociale, a favore di tutti i domiciliati. Svizzeri e stranieri. È qualcosa di cui l’UDC, chiedo scusa per l’apparente boria, va decisamente fiera. Del resto, riesce difficile giustificare il fatto che un ticinese debba pagare un’aliquota del 100%, o anche “solo” del 90% o dell’80%, mentre un frontaliere può contare su un trattamento di favore del 78%, dato dalla media della pressione fiscale nei vari Comuni del Cantone. Da domani, fatti salvi i tempi tecnici per l’entrata in vigore del provvedimento, si volta dunque pagina. Ma non a parole e proclami. Sul serio. Le due misure citate, insieme all’iniziativa costituzionale cantonale “Prima i nostri” su cui, mi auguro, andremo presto a votare, non sono, mi piace ribadirlo, specchietti per le allodole, ma misure partorite all’insegna della concretezza, in grado di apportare significativi miglioramenti per una fetta non indifferente di persone e, “last but not least”, pure per le casse del Cantone. L’aumento del moltiplicatore per i frontalieri apporterà, ghello più, ghello meno, qualcosa come venti milioni di franchi lordi nelle casse pubbliche. In periodo di vacche magre, non è propriamente una brutta notizia. Anche se per qualcuno, come la nostra gloriosa RSI, tutto ciò non è degno di essere comunicato al grande pubblico. Che, non dimentichiamolo mai, è un pubblico pagante. E pagante anche molto. Forse troppo. Per Il Quotidiano questa non è neppure non dico una notizia, ma neanche una nota di colore, che il Consiglio di Stato abbia fatto propria, sposandone la richiesta più “radicale”, ovvero quella di un aumento al 100%, una proposta di un partito di opposizione qual è l’UDC in Ticino. Per Comano si tratta di qualcosa che va taciuto, punto è basta. A dirla tutta, io sono un po’ preoccupato. Non tanto per il fatto che l’UDC sia stata oggetto dell’ennesimo, palese, manifesto e stucchevole episodio di censura di sovietica memoria da parte della televisione pubblica con un canone non propriamente popolare. Ma perché in un ente i cui dipendenti sono stipendiati, almeno in parte, dai cittadini, c’è chi non sa fare il proprio lavoro. C’è solo da sperare che chi ha deciso di censurare quanto hanno riportato tutti, e sottolineo tutti, gli altri sia palesemente in malafede. Credetemi, è l’ipotesi più auspicabile. In caso contrario, ci sarebbe da piangere. Perché vorrebbe dire che l’informazione, in questo cantone, è gestita da una pattuglia ben organizzata di incompetenti che ignorano l’ABC del giornalismo e del servizio pubblico.

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