Fermiamo l’escalation della propaganda di Stato
La propaganda di Stato sta assumendo una nuova dimensione in questa campagna di voto sull’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Dozzine di sindaci e di consiglieri di Stato si fanno pagare annunci da centinaia di migliaia di franchi da economiesuisse. Dei consiglieri federali sono direttamente impegnati nella campagna degli avversari dell’iniziativa e intervengono quali supporti compiacenti nelle manifestazioni di queste organizzazioni. E i governi cantonali tengono, dietro le porte chiuse di alberghi di lusso, dei simulacri di discussioni democratiche in perfetto stile nord-coreano nelle quali solo dei funzionari UE e partigiani della libera circolazione delle persone possono prendere la parola. Queste attività, scatenatesi da qualche settimana, oltrepassano chiaramente il mandato d’informare dato alle autorità. Bisogna assolutamente correggere questa situazione in vista di future votazioni.
La conferenza stampa tenuta oggi dalla Conferenza dei governi cantonali (CdC) è stata preceduta da uno spettacolo unico negli annali svizzeri. Già l’anno scorso, la CdC aveva invitato i governi cantonali a prendere posizione per scritto in merito all’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. Nel quadro di un seminario di diversi giorni, le consigliere e i consiglieri di Stato dei cantoni svizzeri hanno “discusso” per un giorno intero la settimana scorsa (seduta intercalata da una piacevole pausa wellness) di libera circolazione delle persone e di migrazione, dietro le porte chiuse dell’albergo di lusso Victoria-Jungfrau di Interlaken. Solo un funzionario UE, un ministro di uno Stato UE e dieci sostenitori della libera circolazione delle persone dell’amministrazione, di esecutivi e associazioni economiche hanno preso la parola a questa manifestazione di stampo nord-coreano che, secondo i resoconti apparsi nella stampa, è costata circa 200’000 franchi ai contribuenti. I sostenitori dell’iniziativa popolare “contro l’immigrazione di massa” e i critici dell’attuale politica d’immigrazione erano esclusi dal programma ufficiale. Il presidente del Consiglio degli Stati ha avuto solo il diritto d’indirizzare un saluto ai consiglieri di Stato. Bisognava evitare che questa “messa” fosse disturbata da interventi critici. Le preoccupazioni quotidiane delle cittadine e dei cittadini di fronte all’immigrazione smisurata che la Svizzera sta subendo non hanno varcato le porte chiuse dell’albergo a cinque stelle. Di certo non si sono mai visti in passato dei deputati politici agire con siffatta superbia e tale disprezzo per il popolo. La conferenza stampa odierna della CdC è stato l’apice propagandistico di questo ripugnante spettacolo.
I membri di esecutivi si fanno pagare da economiesuisse.
È altrettanto contestabile il vedere dei consiglieri federali accettare di fare i tirapiedi nella campagna organizzata da economiesuisse e intervenire quali “testimonial” principali, presentando argomenti unilaterali in occasione di queste manifestazioni pagate. La discrezione che, a giusta ragione, in altri tempi i ministri s’imponevano, appartiene decisamente al passato. La lezione tratta dal dibattito sulla cosiddetta “iniziativa museruola” è stata dimenticata. L’UDC depositerà degli interventi parlamentari per sollecitare il Consiglio federale a rivedere il suo atteggiamento in questi casi.
Come ammettere, d’altronde, che dei consiglieri agli Stati, sindaci di città (Alexander Tschäppät, Corinne Mauch, Kurt Fluri, Michael Künzle, Urs Hofmann, ecc.), tutti funzionari di poteri pubblici ben retribuiti, si facciano pagare degli annunci per centinaia di migliaia di franchi da economiesuisse? Alcuni di questi deputati sono perfino in piena campagna elettorale! Si avrebbe il diritto d’attendersi da costoro un po’ più di ritegno, mentre è appena scoppiato lo scandalo dei redditi supplementari di membri dei governi cantonali. La CdC avrebbe indubbiamente un lavoro più utile da fare a questo livello!
Nell’interesse del buon funzionamento della democrazia, bisogna arrestare questa escalation della propaganda di Stato. Un’informazione obiettiva tramite i canali previsti a questo scopo (spiegazioni di voto, conferenze stampa, ecc.) è senza dubbio ben accetta. La votazione sulla cosiddetta “iniziativa museruola” l’ha dimostrato. Per contro, una propaganda di Stato eccessiva alimenta la diffidenza nel popolo. Non ci si dovrà sorprendere se, a meno che modifichino rapidamente il loro atteggiamento, i membri degli esecutivi si troveranno presto ad affrontare una nuova “iniziativa museruola”. Per il momento, un SÌ all’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” il 9 febbraio 2014 è una buona risposta a questo modio d’agire.
UDC Svizzera
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