Due iniziative popolari a favore di tutti cittadini
Lanciate da UDC, Lega, PLR, e Centro
(enm) Quando i partiti borghesi si alleano, spesso ne esce qualcosa di buono per i contribuenti. Le due iniziative per le quali è in atto la raccolta delle firme sono infatti nate da un’idea dell’UDC, ma da subito appoggiate dalle altre forze politiche menzionate sopra, con cui è stato costituito un comitato d’iniziativa comprendente quattro rappresentanti di ogni partito. Data la vasta adesione, ci sono davvero buone chance di portare il popolo a votare su questi due importanti temi che rischiano di salassare ulteriormente e in modo insopportabile le finanze dei cittadini, già messe a dura prova da situazioni contingenti quali il Covid-19 e il caro prezzi dei carburanti nonché, in prospettiva, le conseguenze economiche della sciagurata politica energetica perseguita dal Consiglio federale. Di che cosa si tratta, in particolare?
L’aumento dei valori di stima degli immobili
Per decisione federale, entro il 2025, dovranno essere aggiornati tutti i valori di stima degli immobili. In effetti, si tratta di un’operazione che dovrebbe essere effettuata ogni vent’anni. In Ticino, l’attuale valore di stima degli immobili si aggira mediamente attorno al 45%. Poco? Probabilmente sì, ma non bisogna dimenticare che il tenore di vita della maggior parte delle famiglie dipende in parte anche da quanto paga fiscalmente sul valore attribuito alla casa o all’appartamento in cui vive. Infatti, sul valore di stima dell’immobile è calcolato anche l’affitto, per cui il provvedimento avrà conseguenze sì sul proprietario, ma anche sugli inquilini in affitto sui quali il locatore ribalterà – quantomeno parzialmente – il maggiore onere. E poiché, visto l’attuale basso livello delle stime, è verosimile un raddoppio del valore della sostanza, si parla di circa 500 milioni che cantone e comuni si papperanno a scapito dei cittadini. Non solo, ma ci saranno anche ripercussioni sui pensionati che vivono oggi di sola AVS i quali, abitando nella vecchia casa di proprietà nel nucleo del paese stimata a un valore minimo, possono godere di una rendita complementare, da un giorno all’altro – senza che il loro reddito cambi di un franco – si vedranno togliere la stessa perché, sulla carta, la loro sostanza è raddoppiata. E lo stesso discorso vale per chi oggi beneficia di prestazioni, aiuti o sussidi statali dipendenti dal proprio stato patrimoniale.
Gli iniziativisti non contestano la legittimità dell’adeguamento delle stime imposto dal diritto superiore, ma si oppongono al fatto che il cantone e i comuni possano improvvisamente incassare 500 milioni di imposte in più a carico dei contribuenti. Un così sostanziale aumento dell’onere fiscale va neutralizzato con adeguate misure. Quali siano queste misure verrà deciso da una legge d’applicazione, ma già sin d’ora si deve impedire che lo Stato «faccia cassetta» da una decisione federale che va a colpire l’incolpevole cittadino. È perciò indispensabile ancorare nella Costituzione il principio che il Cantone deve adottare le necessarie misure atte a neutralizzare questo aumento, il che ne bloccherebbe automaticamente l’applicazione fino a che l’operazione non sarà resa «a costo zero» per il cittadino.
L’abolizione della tassa sui parcheggi
Il 5 giugno del 2016, il popolo ha accettato la «tassa di collegamento», prevista per i cosiddetti «generatori importanti di traffico», il cui introito sarebbe dovuto andare a sostegno del trasporto pubblico. Lo scopo dichiarato era quello di diminuire il traffico dei frontalieri che si presumevano essere i maggiori fruitori dei parcheggi di aziende, centri commerciali, eccetera. La legge, che sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2022, di fatto è stata congelata a seguito di una sentenza del Tribunale federale che ne sanciva la legalità solo dopo che fosse stato appurato il raggiungimento degli obiettivi (sebbene quest’ultimi non siano mai stati esattamente definiti). Tuttavia, diverse aziende hanno cominciato da subito a incassare la tassa dai singoli utenti ma, ed è sotto gli occhi di tutti, il traffico non è per nulla diminuito. Questo, e il fatto che la tassa sia stata ingannevolmente spacciata quale «tassa soprattutto a carico dei frontalieri» mentre per almeno due terzi è pagata da Ticinesi e residenti, ha convinto l’UDC cantonale – di principio rispettosa delle decisioni popolari – a richiamare il popolo alle urne al fine di abolire questa legge onerosa e dimostratasi finora inutile.
I formulari per la raccolta delle firme sono scaricabili dal sito di UDC Ticino:
« È iniziato il «Toto-consigliere federale» «Occorre chiarire le regole sull’impiego degli elicotteri in Ticino» »