Dove sono gli Europei?
L’Euro è una realtà – al contrario, gli Europei sono piuttosto rari …
Passeggiando per Cannero, sul Lago Maggiore (vedi ultima edizione de Il Paese), è naturale imbattersi nel nome di un famoso politico: Massimo Taparelli d’Azeglio, uno degli ideologi dell’unità d’Italia, che nel 19° secolo si ritirò in una villa sul lago all’entrata sud del villaggio, scrivendovi le sue memorie. Lo statista non solo ha contrassegnato gli eventi politici del suo tempo, ma li ha anche valutati molto realisticamente. Era dell’opinione che una nave in alto mare funziona nella maggior parte dei casi meglio di uno Stato. Perché? Perché su una nave, ognuno agisce solo nel settore che gli è stato assegnato, mentre che in politica chiunque, meno capisce dell’argomento e tanto più crede di dover dare direttive e istruzioni. D’Azeglio è spesso citato anche per la sua frase: «Abbiamo fatto l’Italia. Ora si tratta di fare gli italiani». Era ben conscio del fatto che gli abitanti della penisola dalla Sicilia alle Alpi, ancorché parlino la stessa lingua, hanno dei concetti completamente diversi di un futuro, una politica e un’economia comuni.
Anche se la frase si riferisce a un remoto passato, mantiene tutt’oggi – con qualche piccola modifica – la sua attualità: «Avete creato l’Europa, ma riuscirete anche a formare degli Europei?» I politici europei devono constatare, considerando lucidamente le cose, che a Bruxelles è stata creata una macchia amministrativa iperdimensionata, ma che in tutte le cose importanti, nei paesi membri regnano delle aspettative ben diverse. Come la democrazia dovrebbe essere migliorata, come si può prendere il controllo dell’immigrazione, come si può arrestare il crescente indebitamento, eccetera – su questi temi non c’è alcun consenso. Un’Europa politica può avere un senso solo se esistono delle aspettative comuni europee – e ciò rimane un pio desiderio. La summenzionata citazione è stata recentemente addirittura modificata: «L’Euro l’abbiamo creato, ma abbiamo perso gli Europei.»
La crisi finanziaria ha fatto sì che i singoli paesi si addossino vicendevolmente la colpa dei crescenti problemi. L’Europa dovrebbe continuare a essere un termine geografico – ma nella politica reale fa invece parte del paese dell’utopia.
« Der verschwenderische Populismus der CVP O tempora, o mores! Ma di chi è la colpa? »