Denuncia penale contro la «task force» Covid-19

Mag 28 • L'editoriale, L'opinione, Prima Pagina • 522 Views • Commenti disabilitati su Denuncia penale contro la «task force» Covid-19

Eros N. Mellini

L’articolo 258 del Codice, a titolo «Pubblica intimidazione», recita: «Chiunque diffonde lo spavento nella popolazione con la minaccia o con il falso annuncio di un pericolo per la vita, la salute o la proprietà, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria». È stato violato dalla «Swiss National COVID-19 Science Task Force» (con quattro lingue nazionali a disposizione, si doveva naturalmente ricorrere all’inglese per denominare pomposamente quella che è semplicemente un’unità operativa ad hoc per la pandemia.)?

Stando a diverse associazioni e privati riuniti sotto il cappello del portale «Corona-Transition» evidentemente sì, visto che non ci hanno pensato due volte a sporgere denuncia penale presso il Ministero pubblico di Zurigo-Limmat – con motivazioni dettagliatamente esposte in un malloppo di 94 pagine – contro il capo della suddetta «task force» Martin Ackermann ed eventuali corresponsabili, per avere consapevolmente spaventato la popolazione con dichiarazioni fuorvianti e manipolazione sistematica dei dati sulla pandemia.

Qui riassunte, le principali accuse:

  • Ripetuta pubblicazione di previsioni catastrofiche non plausibili sull’uso di letti di terapia intensiva, con l’obiettivo di terrorizzare il pubblico e far rispettare misure più severe;
  • False dichiarazioni riguardanti i letti di terapia intensiva, tacendo il fatto che, oltre a quelli certificati dalla Società svizzera di medicina intensiva, erano disponibili ulteriori 500 letti di terapia intensiva, poi ridotti durante l’anno;
  • Manipolazione ripetuta e sistematica dei dati inerenti ai letti di terapia intensiva, apparentemente allo scopo di rendere la situazione reale più drammatica. Infatti, anche durante i periodi di punta della pandemia, i letti di terapia intensiva non sono mai stati occupati oltre l’80%. Ancora nel 2015, il sorvegliante dei prezzi chiedeva un tasso medio di utilizzo dell’85% per garantire il funzionamento economico degli ospedali;
  • False dichiarazioni riguardanti ricoveri e decessi. In occasione della conferenza stampa del Consiglio federale del 27.10.2020, Martin Ackermann diceva della situazione di allora: «La Svizzera oggi ha più ricoveri e decessi al giorno che a metà marzo. E i numeri continuano a salire.» All’epoca la dichiarazione era sbagliata. Tuttavia, le cifre sono state poi riviste verso l’alto a causa di successive comunicazioni (di per sé discutibili);
  • Soppressione deliberata dei risultati di noti scienziati in merito alla mortalità, all’efficacia delle misure e ad altre cifre rilevanti per la pandemia. Eppure, conformemente al suo mandato, l’«obiettivo generale» della «task force» è quello di «garantire una consulenza scientifica indipendente». Il dibattito sui risultati contrapposti di diversi studi fa parte delle conoscenze scientifiche, specialmente su argomenti controversi. Marcel Tanner, in qualità di presidente dell’Accademia delle Scienze, sarebbe stato costretto a fare il «guardiano del Santo Graal» della scientificità. La denuncia include anche l’«omissione contraria a un obbligo di agire» ai sensi dell’articolo 11 del Codice penale;
  • Motivazioni in continua evoluzione per inasprire o mantenere le misure, a seconda di quanto s’adattava meglio alle indicazioni del momento. Una volta si trattava di evitare il sovraccarico degli ospedali, poi la mancanza di posti letto in terapia intensiva, un’altra volta il numero di casi o tassi di positività troppo elevati, quindi il tasso di riproduzione doveva essere portato al di sotto di 1 o si doveva evitare la diffusione di nuove varianti, che ora sono centinaia.

Le singole accuse sono corroborate nella denuncia penale con dichiarazioni originali e comprovate in dettaglio. Chiunque arrivi in fondo alla questione concluderà che le accuse sono fondate e dovrebbero necessariamente condurre a un’indagine.

La denuncia chiede ora alla Procura di Zurigo Limmat di aprire un’indagine penale e di accertare la documentazione relativa ai reati commessi dall’imputato ed «eventuali complici». Sono nominati Yves Flückiger, membro del consiglio di amministrazione di «swissuniversities», Michael Hengartner, presidente del consiglio di amministrazione dell’ETH e Matthias Egger, presidente del Fondo nazionale svizzero e primo presidente della «task force».

Fin qui, il comunicato di «Corona-Transition». Riusciranno i nostri eroi nell’ardua impresa? Ardua, sì, perché di fronte alla più alta autorità del paese (l’attacco è diretto ai responsabili della «task force» ma, di fronte alla popolazione, sotto processo è il Consiglio federale), i nostri tribunali – in primis il Tribunale federale, eventuale suprema istanza – ci vanno molto cauti.

È comunque indubbia la vasta eco che questo gesto, per certi versi clamoroso, susciterà nella popolazione e, qualunque ne sarà l’esito, l’immagine della Berna federale ne uscirà malandata. Se poi, come personalmente auspico, la procedura penale sfociasse in una condanna di qualche misura, chissà che «Corona-Transition» non abbia fatto da apripista per altre azioni penali il cui timore renda le nostre autorità un po’ più caute nell’imporre provvedimenti perlomeno discutibili.

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