Confusi, più confusi, i più confusi
Newsletter #7 del 23 agosto 2013 www.immigrazione-di-massa.ch/
In politica, l’aggettivo confuso passa rapidamente al comparativo di maggioranza, poi al superlativo. La competizione in atto attualmente fra la Svizzera e la Germania in termini di politica d’immigrazione confusa ne è una bella illustrazione. Nei due paesi, i deputati politici promettono qualsiasi cosa, ma tutto ciò che sanno fare è improvvisare. E se un membro del governo, come recentemente la signora Merkel, constata che l’esperienza multiculturale è fallita, ciò non avrà la benché minima conseguenza concreta. Dell’oppio per il popolo.
Il nostro Consiglio federale non si ubriaca certamente con questo stridente populismo, ma la sua politica degli stranieri non è per questo più onesta. Dall’iniziativa Schwarzenbach del 1970, ci si dice che si vuole affrontare seriamente questo problema. Nel frattempo, la quota di stranieri è più che raddoppiata, nonostante una massiccia crescita della popolazione e delle naturalizzazioni di massa.
Dei raccoglitori di asparagi al posto di informatici
All’inizio di questo millennio, il governo tedesco credeva molto seriamente di non dover far altro che schioccare le dita perché dei professionisti altamente qualificati, in particolare degli informatici, affluissero nel paese. Si è perfino creata una “green card” per questa categoria d’immigranti da sogno. Il primo esemplare si può ammirare oggi al museo, ma il successo si fa sempre attendere. Fiasco completo anche la “blue card”, concepita per gli ingegneri stranieri. Invece di costoro, la Germania è stata sommersa da raccoglitori di asparagi est-europei. Beneficiando della libera circolazione delle persone in seno all’Unione europea, anche i disoccupati greci, spagnoli, polacchi, bulgari e rumeni considerano la Germania una destinazione interessante.
La Germania è un paese molto apprezzato nell’ambiente dei richiedenti l’asilo. Fra il 2012 e il 2013, il numero di domande d’asilo raddoppierà sicuramente. Il ministro dell’interno considera questa situazione allarmante, ma di sicuro nulla cambierà. Chiacchiere confuse pre-elettorali.
Germania: oltre 100’000 Bulgari e Rumeni l’anno
Di fatto, le autorità competenti si rendono conto della gravità della situazione. Il giornale “Bild-Zeitung” ha riportato il 16.7.2013 di un documento interno dell’amministrazione pubblica, che mette in guardia contro le conseguenze dell’immigrazione in Germania. Soprattutto le grandi città sono toccate da questa evoluzione. Secondo questo documento, si ha a che fare con una “immigrazione della povertà” che minaccia la pace sociale. Durante gli scorsi tre anni, 437’000 immigranti sono arrivati dalle sole Romania e Bulgaria. E la libera circolazione delle persone con questi due paesi esiste soltanto da circa quattro mesi…
Mentre che Germania, Austria, Paesi bassi e Gran Bretagna, preoccupati del futuro dei loro sistemi di sicurezza sociale, reclamano dall’UE delle misure efficaci contro questa immigrazione della povertà, le autorità svizzere continuano a ignorare questo problema. Nella linea retta del catechismo del “politicamente corretto”, si continua ad affermare che solo delle persone perfettamente qualificate s’interessano a un insediamento in Svizzera. Anche qui, la statistica dell’immigrazione dà un’immagine ben differente della realtà: nel 2012, solo 183 ingegneri informatici e 21 ingegneri-elettrici sono immigrati in Svizzera, mentre che, nello stesso periodo, 6’000 immigranti sono stati assunti quali persone di servizio e di cucina. La maggior parte di queste persone non può essere titolare di una maturità, come affermano fieramente i funzionari della Berna federale per difendere la libera circolazione delle persone, né le padelle e i piatti sono per questo più puliti.
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Come un crescente numero di altri settori politici, la politica d’asilo e degli stranieri dell’UE e della Svizzera, legata a Bruxelles tramite gli accordi bilaterali, soffre di responsabilità mal definite. Delle decisioni importanti sono prese da funzionari senza legittimità democratica che, nella loro torre d’avorio, si inebriano con le utopie del “pensiero corretto”. Quanto ai deputati nazionali che devono rendere conto alle loro cittadine e ai loro cittadini, si limitano a “riportare a Bruxelles”. Ciò permette loro di fare qualche dichiarazione demagogica per calmare il popolino, ma non cambia in concreto non cambia alcunché. Perché sforzarsi a mettere in atto un concetto chiaro se si può affibbiare la responsabilità ad altri che non saranno mai responsabili?
È esattamente a questo livello che interviene l’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa. Essa mette i deputati politici di fronte alle loro responsabilità nei confronti del popolo svizzero. La Svizzera deve di nuovo decidere di sua sola competenza chi può vivere e lavorare in questo paese. Come è normale in uno Stato sovrano.
UDC Svizzera
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