Assassino svittese?

Mag 29 • L'opinione, Prima Pagina • 1931 Views • Commenti disabilitati su Assassino svittese?

Patanegra

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Porcherie

 

La notizia ha recentemente scosso la Svizzera: a Würenlingen, un 36enne svizzero del canton Svitto ha, secondo i resoconti dei media, ucciso con diversi colpi di pistola suo suocero, sua suocera e suo cognato. Prima di suicidarsi, l’uomo ha ucciso un vicino dei suoi suoceri. Il criminale ha utilizzato una pistola. Non aveva alcun porto d’armi. 

Presentazione “politicamente corretta” del caso

I media “politicamente corretti” sono rimasti per diversi giorni a seguire sulla loro posizione, secondo cui il delinquente era uno “Svizzero”. E dal punto di vista puramente formale avevano ragione. I media un po’ meno “politicamente corretti” hanno però approfondito la cosa, scoprendo di volta in volta che: 1. In realtà si trattava di uno Svizzero “di origine turca”. 2. Si trattava di un Turco naturalizzato nel 2004 (naturalmente con procedura agevolata, grazie al suo matrimonio con una Svizzera). 

Il nome del criminale non è stato ufficialmente reso pubblico. In certi media non è apparso del tutto, in altri chiamato con lo pseudonimo “Simon B.” oppure “Semun A.” da parte dei media meno “politicamente corretti” (sempre con  l’indicazione che il vero nome era noto alla redazione). Le foto del delinquente sono state naturalmente mostrate solo sfocate.

La cronaca dell’intera storia, i cui retroscena del reato devono ancora essere chiariti nel dettaglio, al di là della tragicità di quanto successo, lascia un’impressione strana. Non si può fare a meno di pensare che alle autorità, come pure ai media “politicamente corretti”, importi soprattutto di non presentare i più brutali delitti come reati commessi da Svizzeri “provenienti da un contesto migratorio”.

Paura della legge antirazzismo?

Traspare già preventivamente la paura di querele per infrazione dell’insensata legge antirazzismo? È notorio come sia già perseguibile penalmente dire, benché sostenuti dalla realtà dei fatti, che un Kosovaro ha tagliato la gola a uno Svizzero. Se l’assassino di origine turca fosse stato un membro dell’UDC, si sarebbe potuto benissimo e senza scrupolo alcuno titolare l’articolo “UDC svittese uccide i membri della sua famiglia”. Perché l’UDC non è una razza. Fra l’altro, neppure i Turchi e i Kosovari, né tantomeno gli Svittesi.  

Per la felicità di tutti i buonisti – che indefessamente accusano la Svizzera di xenofobia e di razzismo, battendosi strenuamente contro l’espulsione degli stranieri criminali – l’assassinio di Würenlingen (con un totale di 5 morti) non troverà posto nella statistica sotto la rubrica “criminalità straniera”. Perché l’omicida di origine straniera è stato naturalizzato per tempo, prima di commettere il reato. E quindi, statisticamente, sarà un assassino “svizzero”. 

L’assurda questione della registrazione delle armi  

L’assassinio è stato commesso con una pistola non registrata (grazie a Dio, non con un’arma d’ordinanza), e l’omicida non era in possesso di un porto d’armi. Questo riaccenderà innanzitutto la discussione sull’obbligo totalmente inutile di registrazione delle armi da fuoco, già respinto dal Consiglio nazionale, ma ancora giacente fra i dossier da trattare al Consiglio degli Stati. Si dimenticano due cose: innanzitutto, che l’omicidio avrebbe avuto luogo anche se l’arma fosse stata registrata. In secondo luogo, mi si indichi un criminale con cattive intenzioni che, prima di commettere il reato, registra la sua pistola e chiede il porto d’armi. Le armi le registrerebbero soltanto le persone oneste e senza cattive intenzioni.

 

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