Alt alla decadenza
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Lo scorso 17 gennaio, si è tenuto il tradizionale incontro dell’UDC Zurigo presso il poligono di tiro dell’Albisgüetli. Riportiamo in alcune puntate il discorso del già consigliere federale e nazionale Christoph Blocher.
VI. Minacce
Signore e Signori, sono sempre sorpreso nel vedere a che punto la gente si lasci impressionare dalle minacce dei fautori dell’adesione all’UE. Questi manipolatori approfittano della mancanza di memoria degli elettori!
Ma l’UDC non deve lasciarsi impressionare da queste minacce economiche che sono sempre fondate su false previsioni. Abbiamo fatto concrete esperienze a questo riguardo:
i più anziani fra di noi si ricorderanno senza dubbio le previsioni avanzate prima della votazione sul trattato SEE/UE nel 1992: un rifiuto dello SEE sarebbe disastroso per l’economia, ci fu detto. Il franco svizzero perderebbe la fiducia internazionale e crollerebbe. Le differenze di tasso d’interesse sparirebbero, le azioni crollerebbero, la disoccupazione aumenterebbe, la gioventù non avrebbe più futuro. La sera della votazione, il consigliere federale Delamuraz parlò di una “domenica nera”. Ebbene, la conseguenza di questo voto fu l’esatto contrario: la settimana successiva, il corso delle azioni e del franco svizzero ripartì al rialzo. E questo, in un periodo di dura recessione!
Mi rivolgo ai più giovani invitandoli a osservare attentamente gli avvenimenti. Per mesi – anche durante il 2019 – l’UE non ha cessato un attimo di minacciare la Svizzera: se tu, piccola Svizzera, non firmi l’accordo-quadro istituzionale noi, la potente Europa, non riconosceremo l’equivalenza della borsa svizzera. Il 16 giugno 2019, il quotidiano “NZZ” diceva che la Svizzera avrebbe dovuto firmare l’accordo-quadro istituzionale prima del 1° luglio 2019, altrimenti l’equivalenza borsistica non sarebbe stata prolungata, per cui la Svizzera e, soprattutto, la sua piazza finanziaria, avrebbero avuto gravi difficoltà.
Che cosa è successo? Il Consiglio federale non ha firmato l’accordo, l’equivalenza borsistica non è stata prolungata e il Consiglio federale, con un atto d’intelligenza poco usuale per lui, ha deciso che in tal caso le azioni svizzere sarebbero state negoziate unicamente nelle borse svizzere. Così è stato fatto e che cosa è successo, Signore e Signori? L’esatto contrario di ciò che avevano annunciato le associazioni economiche, i media del gruppo TA, la NZZ, eccetera. La rivista economica “Finanz und Wirtschaft” ha riportato quanto segue nei giorni scorsi: “La borsa svizzera SIX registra, dalla soppressione del riconoscimento da parte dell’UE, un volume di scambi più elevato. Ciò perché il Consiglio federale ha deciso, in reazione al rifiuto dell’UE di riconoscere l’equivalenza borsistica, di vietare la negoziazione di azioni svizzere nell’UE.
Ecco, Signore e Signori, l’elemento decisivo: Durante i primi tre mesi senza l’equivalenza borsistica, la cifra d’affari ha superato dal 38 al 51% il livello dell’anno precedente, quando l’equivalenza borsistica era riconosciuta. Le transazioni sono pure aumentate del 6,1%. Questo piano B lo dobbiamo al consigliere federale UDC Ueli Maurer. Egli è riuscito a imporlo al governo, nonostante le forti reticenze dello stesso. Un grande grazie, signor consigliere federale!
Queste vane minacce sono riprese alla grande di fronte all’iniziativa per la limitazione. Va da sé che le aziende che non trovano in Svizzera la manodopera di cui hanno bisogno, potranno continuare ad assumere stranieri. Era già così fino al 2007.
Il signor Pardini, che abbiamo invitato oggi, ci presenterà senza dubbio lo scenario apocalittico che prevaleva allora.
Ma, signor Pardini, io ho vissuto in quegli anni di immigrazione moderata.
La Svizzera e i lavoratori immigrati stavano molto bene. Non esistevano “condizioni inumane”, come affermano oggi certi ambienti con troppa immaginazione.
Ci si minaccia anche la rescissione dei cinque trattati del primo pacchetto di accordi bilaterali. Vedrete che non ci sarà alcuna catastrofe. È facile da analizzare e da dimostrare dettagliatamente. Non lasciatevi influenzare da queste minacce. La vera perdita che minaccia la Svizzera è quella della sua particolarità, della sua libertà, della sua democrazia, della sua neutralità, della sua sovranità e della sua prosperità.
Non è più tollerabile che dei difensori di interessi privati impongano alla Svizzera e alla sua popolazione gli enormi inconvenienti della libera circolazione delle persone.
L’iniziativa UDC per la limitazione permette di correggere questa situazione. Esattamente come il Parlamento britannico che ha rifiutato di applicare la decisione popolare del Brexit, il Parlamento svizzero ha rifiutato di applicare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Bisogna perciò che il popolo svizzero prenda in mano la situazione, come ha fatto il popolo britannico tramite le recenti elezioni legislative. Assumendosi le sue responsabilità di fronte al paese, l’UDC dice chiaramente SÌ all’iniziativa per la limitazione.
Il nostro motto è fermezza. L’UDC non ha bisogno di minacciare. I gravi inconvenienti della libera circolazione delle persone sono visibili e percettibili quotidianamente.
VII. L’importanza dell’UDC
Signore e Signori, cogliamo quest’occasione della 32a assemblea dell’Albisgüetli per renderci conto, una volta di più, dell’importanza dell’UDC per il nostro paese. Non è un caso, che da 12 anni l’UDC sia il partito più forte della Svizzera. Ma i successi elettorali passano in seconda linea rispetto al successo del nostro paese. Ricordatevi: negli anni settanta, l’UDC era più o meno nella situazione in cui si trova oggi il PPD con la sua quota di circa il 10% dei consensi elettorali. Oggi siamo – e di gran lunga – il primo partito svizzero, posizione che difendiamo da 12 anni.
I successi ottenuti sono considerevoli:
- senza l’UDC, la Svizzera sarebbe oggi nell’UE. Sarebbe stata la fine della democrazia svizzera, della libertà della Svizzera, della sovranità della Svizzera!
- grazie all’iniziativa UDC sull’oro, le riserve monetarie della Banca nazionale non sono state versate in un cosiddetto “fondo di solidarietà“ che si basava su un vergognoso ricatto.
- grazie all’UDC, l’imposta di successione è stata abrogata, almeno per i membri della famiglia, nel canton Zurigo e in molti altri cantoni.
- grazie all’UDC, il diritto d’asilo è meno lassista, ma la sua applicazione negligente continua a esigere la nostra vigilanza. Ecco un compito per i nostri consiglieri nazionali e federali!
- grazie all’UDC e alla sua iniziativa per l’espulsione, gli stranieri criminali sono espulsi più spesso dopo aver espiato la loro condanna. L’iniziativa d’applicazione ha aumentato questa pressione, nonostante sia stata respinta.
- grazie all’UDC e alla sua iniziativa contro l’immigrazione di massa, la Costituzione contiene un articolo esigente che la Svizzera gestisca in maniera autonoma l’immigrazione, per cui la libera circolazione delle persone è costituzionalmente vietata. In Parlamento, tuttavia, i nemici della libertà hanno rifiutato di applicare la volontà del popolo, diventando così dei traditori della Costituzione federale. Ma potremo correggere questo nell’urna il 17 maggio 2020, facendo finalmente rispettare la volontà popolare.
- grazie ai consiglieri federali UDC, le minacce e i tentativi di ricatto dell’UE concernenti l’equivalenza borsistica non hanno avuto effetto. La borsa svizzera sta meglio che mai.
- il dipartimento del nostro secondo consigliere federale, Guy Parmelin, ministro dell’economia, ha preso tutte le misure necessarie per mantenere senza cambiamenti le nostre buone relazioni con la Gran Bretagna anche dopo il Brexit. Grazie, signor Parmelin!
- anche il gruppo UDC ha saputo agire con lungimiranza. È solo grazie a esso se il PLR non è oggi rappresentato da Pierre Maudet in Consiglio federale. La sinistra e parte del PLR votarono all’epoca per il Ginevrino. L’UDC s’è resa subito conto del carattere di questo personaggio che non ha ricevuto alcun voto dal nostro partito! Immaginatevi se il liberale-radicale Pierre Maudet sedesse oggi in Consiglio federale grazie ai voti del PS, di parte del PLR e del PPD! L’UDC attende ancora invano una parola di ringraziamento dal PLR, cui ha risparmiato tale disgrazia. Meglio commettere degli errori che dare ragione all’UDC, sembra essere il motto del PLR.
Signore e Signori, la decadenza dei nostri avversari sarà la loro perdita. Le teorie fumose di qualche pseudo intellettuale non resisteranno alla realtà della vita.
L’UDC affronta il futuro con un’attitudine serena e realistica. Il suo realismo è fiducioso, ma non pretenzioso. Meglio calcolare che sognare. Il nostro poeta zurighese, Gottfried Keller, l’ha espresso così: “È meglio non sperare niente e fare ciò che è possibile, che esaltarsi e non fare niente.”
È con questo spirito che l’UDC si mette al lavoro – anche se i decadenti ci criticano, ci denigrano, ci coprono di fango. I nostri sforzi coraggiosi porteranno dei frutti. Ma unicamente se non ci rilassiamo, se non rinunciamo, se non molliamo. Non dimentichiamo mai che i nostri obiettivi sono veramente grandi, perché mirano alla particolarità della Svizzera, di questo paese unico al mondo.
Viva la Svizzera!
Vive la Suisse!
Viva la Svizra!
Es lebe die Schweiz!