Alimentazione tra i giovani
Sempre più giovani consumano quotidianamente pizze, kebab e fast food a prezzi altamente concorrenziali in strutture posizionate strategicamente nei pressi delle scuole o del posto di lavoro.
I giovani cercano un pasto da consumare velocemente, che costi relativamente poco e che si trovi nei pressi della scuola o del luogo in cui lavorano. L’offerta che rispetti questi criteri purtroppo non contiene sempre un pasto equilibrato e sano, favorendo cibi fritti, pizze, panini, merendine e kebab.
Se da un lato gli studenti e gli apprendisti non trovano un pasto sano, equilibrato e a buon mercato da consumare in pausa pranzo, dall’altro i genitori, sempre più spesso, non impartiscono nemmeno una sufficiente educazione alimentare. Secondo un monitoraggio federale di Promozione Salute, un terzo dei bambini di genitori che non hanno proseguito gli studi post-obbligatori è in sovrappeso.
Un bambino in sovrappeso che non viene corretto entro la fase post-adolescenziale ha molte probabilità di diventare un adulto obeso, soffrendo di malattie come il diabete e disturbi cardiovascolari. Inoltre, potrebbe anche accusare un disagio psicologico vivendo in un clima di emarginazione.
Per curare questo fenomeno (che oggi nei vari livelli scolastici colpisce il 16.7% dei bambini) bisognerebbe cambiare la visione dell’alimentazione, che andrebbe intesa come mezzo con cui fornire energia al nostro corpo per far fronte al fabbisogno nutrizionale giornaliero, e non esclusivamente come una ricerca di gusti e sapori forti per il palato, da appagare con cibo “spazzatura”. A questo scopo, ritengo che la scuola possa sicuramente dare un forte contributo, sia mettendo a disposizione delle mense che possano ospitare gran parte degli alunni, sia insegnando ai giovani studenti, tramite un percorso didattico, le linee guida per una corretta igiene alimentare e per un corretto stile di vita. Questo investimento darà i suoi frutti quando i giovani formati oggi saranno i genitori di domani.
Se confrontiamo il monitoraggio federale 2018, dal quale risulta che un bambino su sei è sovrappeso o obeso, con i dati registrati nel 2010, in cui addirittura un soggetto su cinque era obeso o in sovrappeso, possiamo constatare un miglioramento. Tuttavia, ritengo che debba essere fatta non solo maggiore prevenzione e informazione tra i bambini che attraversano la fase adolescenziale, dove le percentuali di sovrappeso e obesità purtroppo sono stabili, bensì anche maggiore incentivo alla pratica dello sport. Oggi, purtroppo, solo il 14.5% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni pratica l’attività fisica raccomandata.
Come soluzione per fermare il trend di crescita dell’obesità infantile legata alla cattiva alimentazione, inviterei anche le famiglie a passare più tempo con i propri figli, coinvolgendoli nella pratica di qualsiasi tipo di attività fisica all’aperto, tenendoli lontani da attività sedentarie.
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