16.11.2013 – Congresso UDC Ticino a Ponte Tresa – Intervento di Marco Chiesa
Presidente, Consigliere nazionale, collega e colleghi, care amiche e cari amici,
da tempo non mi appassiono più ai temi partitici. Dieci anni fa ho deciso di impegnarmi in politica per cercare di dare il mio contributo per risolvere dei problemi del nostro Cantone e per scongiurare, nel mio piccolo, la deriva europeista che ha caratterizzato la sinistra come pure tutti i partiti del centro. Per me è questo che contava e che conta ancora oggi!
Molti, troppi tra noi, forse stanchi della politica, quella vera, si occupano solo di scadenze elettorali e di tatticismi scacchistici. Cosa farà l’UDC con la Lega? E il partito liberale si spaccherà ancora in due ali? Il PPD arretrerà come a livello federale? PS e Verdi si parleranno ancora?
Cari Signori, a queste domande ho preparato un’analisi ben chiara che ho cercato si riassumere in quattro parole: CHI SE NE FREGA!
Quest’oggi vorrei sentire da questa sala la passione per la politica, vorrei ascoltare delle proposte da portare in tutti i consessi legislativi, vorrei conoscere il parere dei nostri aderenti, dei nostri rappresentanti, riguardo i temi centrali del nostro Cantone e invece, troppo spesso, sussurriamo di cadreghini e parliamo degli altri. Della sconfitta di qua, della vittoria di altri di là e ci dimentichiamo platealmente il motivo fondante del nostro impegno, TROVARE DELLE SOLUZIONI AI PROBLEMI DEL CANTON TICINO!
Ma siete coscienti che il Governo, quello che almeno in parte abbiamo sostenuto per vedere un cambiamento, ha proposto l’introduzione del moltiplicatore d’imposta a livello cantonale? Siete, siamo coscienti, che questo sarà il nullaosta per alzare le nostre imposte? Vivremo la stessa precisa identica cosa di Lugano. Le parole saranno le seguenti: care cittadine e cari cittadini, ci dispiace, ce l’abbiamo messa tutta ma i conti non tornano. Dobbiamo aumentarvi le imposte, lo facciamo a malincuore ma per il vostro bene. Il vostro bene un corno, dico io! Il mio bene è quello di poter spendere i soldi che guadagno e che lo Stato garantisca i servizi necessari utilizzando al meglio le nostre imposte. Ma dal 2011 non abbiamo visto nulla, nessuna riforma, solo ipotesi, congetture, opzioni, road map che fanno sorridere se non ci fosse da piangere, progetti e programmi che hanno riempito l’aria e i giornali. Se poi ci mettiamo anche delle proposte sgangherate portate davanti al Popolo come sgravi fiscali da più di 300 milioni e tredicesima AVS per gli stranieri, o portate in seno al Gran Consiglio, come i biglietti dei mezzi pubblici gratuiti per tutti, dal nipote di Mantegazza al figlio della persona in assistenza, questo Cantone e i suoi cittadini non possono certo dormire sonni tranquilli.
Basta sparate, servono soluzioni, idee, spirito di servizio e dedizione alla causa, serve più UDC. Non è retorica, Micol e Mathias mi diranno forse un giorno, papi tu non eri in Gran Consiglio? Ma cosa hai fatto concretamente per non far affondare il nostro Ticino? Cosa hai fatto per l’occupazione dei giovani ticinesi? E io cosa dovrei rispondergli? Sono stato al Congresso di Ponte Tresa per discutere se dobbiamo o meno sostenere un movimento per non permettere a un altro partito, oggi di minoranza in Governo, di riprendersi il secondo seggio?
Ma di cosa stiamo parlando? Ma ci rendiamo conto di quanto saremmo ridicoli se questo fosse il fine ultimo della nostra azione politica? Io vorrei vedere un UDC al Governo e non degli ambasciatori! Qui in sala vedo gente che sarebbe in grado di ricoprire questo ruolo almeno degnamente quanto quelli attuali. D’altro canto ne vedo diversi che sono capaci con grande perizia di usare facebook, cosa determinate per fare il presidente del Consiglio di Stato.
E poi diciamolo forte e chiaro, non vi è mai stato un Consiglio di Stato più debole di questo in tutta la storia del nostro Cantone. È tempo di maggioritario, è tempo di puntare sulle persone e non di lasciare l’Esecutivo in balia dei partiti. Siamo rimasti gli unici in Svizzera a far eleggere un Consigliere di Stato direttamente dalla centrale burocratica di un partito. È vergognoso, dovrebbe essere la gente a decidere chi deve accomodarsi sullo scranno del Consiglio di Stato.
Oggi è il giorno per far piazza pulita da tutte le ambizioni personali e lasciar spazio alle ambizioni del partito. Io mi impegnerò per far crescere l’UDC, sono disposto a parlare con tutti, rispetto tutti dalla sinistra al centro, rispetto la Lega dei ticinesi, i suoi rappresentanti e i suoi elettori, ma rivendico l’indipendenza dell’UDC, esattamente come la voglio per nostra Svizzera. Non ci immischiamo negli affari degli altri. La Gente ci ha attribuito il ruolo dell’opposizione ed è questo che faremo da qui alle prossime elezioni, senza sconti per nessuno. Siamo sempre disposti a dialogare sui temi, ma non transigeremo mai sui principi.
Io sono di destra. Noi tutti siamo di destra. Quella destra che fa della fatica, dell’impegno e della famiglia i baluardi della nostra società. Noi siamo quelli che producono ricchezza alzandoci ogni mattina di buon’ora e ci distanziamo da coloro che hanno, come unica preoccupazione, quella di alzare le tasse per difendere il partito dei fuchi. Noi siamo sociali, siamo attenti alle esigenze della popolazione, ma non promettiamo cose impossibili come hanno fatto i socialisti e i governi degli Stati fallimentari che ci attorniano. Noi siamo i veri patrioti, noi abbiamo sempre detto no alla perdita di sovranità del nostro Paese, siamo favorevoli al mantenimento del segreto bancario, noi rivogliamo le nostre frontiere e non metteremo mai in discussione il nostro sistema di milizia.
In questo Cantone non ci sono scorciatoie, partecipare e lottare per l’UDC non è facile, ve lo dice chi ha pagato di tasca propria e ha rinunciato a posti al sole per poter guardare tutti diritto negli occhi, ma al di là del guadagno personale vi è l’etica, vi sono i principi e i valori.
I miei sono quelli svizzeri e ne vado fiero.
Viva la Svizzera, viva il Ticino, viva l’UDC.
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